Ettore Masina L’airone di Orbetello pag. 51
23 ottobre 2000
Il sangue della Palestina.
Da cinquant’anni i Palestinesi sono i nuovi ebrei: popolo di profughi, popolo considerato di sotto-uomini da un Herrenvolk che impugna la Bibbia come un corpo contundente; popolo di migliaia di reclusi per anni e anni in campi di punizione, affondato nel deserto e amministrati crudelmente, popolo di famiglie divise, popolo taglieggiato, rapinato delle sue terre e delle sue acque, dei suoi ulivi e della sua dignità, ma soprattutto rapinato della verità delle sue sofferenze e delle sue ragioni da un monopolio della diplomazia e dei mass-media che sta saldamente nelle mani dei sostenitori di Israele. Una subdola, efficientissima propaganda deforma sempre e comunque le azioni palestinesi e l’emersione della verità è resa più difficile dalla pratica impossibilità dei palestinesi di parlare all’opinione pubblica internazionale. Fra vent’anni, quando i documenti della Cia e del dipartimento di stato saranno desecretati, si vedrà la tagnatelavelenosa tessuta intorno al l’agonia di un popolo, così come adesso si scoprono i delitti degli Stati Uniti in America latina. Sarà probabilmente troppo tardi. In tutti i casi sarà troppo tardi per me. E perciò io sento la necessità di dare la mia testimonianza adesso su come i governi di Israele hanno inoculato per anni e anni i germi dell’odio nel sangue della Palestina.
Posso farlo ripetendo ciò che vidi in una visita ai campi profughi, nel marzo del 1991. Non è una testimonianza personale: è la traduzione letteraria di una relazione sottoscritta all’unanimità da una delegazione di deputati italiani, da me guidata ( ero allora presidente del Comitato della Camera per i diritti umani), dopo una missione compiuta su invito dell’UNRWA (l’agenzia dell’ONU per i rifugiati). Alla conferenza stampa convocata al nostro ritorno dal presidente della commissione esteri, Flaminio piccoli, non intervenne neppure uno dei cento giornalisti che giravano per Montecitorio, alla ricerca di notizie o anche (e più) di pettegolezzi. Nessun giornale italiano ne pubblicò una sola parola. Raccontare le condizioni di vita dei palestinesi negli orrendi “rifugi” non significa dire che essi hanno tutte le ragioni né che essi soffrono per esclusiva colpa degli israeliani: ma mostra con quale crudeltà gli occupanti hanno, in spregio a ogni convenzione internazionale e a ogni risoluzione dell’ONU, sottoposto per decenni un popolo a una continua inseminazione di odio[…]
23 ottobre 2000
Il sangue della Palestina.
Da cinquant’anni i Palestinesi sono i nuovi ebrei: popolo di profughi, popolo considerato di sotto-uomini da un Herrenvolk che impugna la Bibbia come un corpo contundente; popolo di migliaia di reclusi per anni e anni in campi di punizione, affondato nel deserto e amministrati crudelmente, popolo di famiglie divise, popolo taglieggiato, rapinato delle sue terre e delle sue acque, dei suoi ulivi e della sua dignità, ma soprattutto rapinato della verità delle sue sofferenze e delle sue ragioni da un monopolio della diplomazia e dei mass-media che sta saldamente nelle mani dei sostenitori di Israele. Una subdola, efficientissima propaganda deforma sempre e comunque le azioni palestinesi e l’emersione della verità è resa più difficile dalla pratica impossibilità dei palestinesi di parlare all’opinione pubblica internazionale. Fra vent’anni, quando i documenti della Cia e del dipartimento di stato saranno desecretati, si vedrà la tagnatelavelenosa tessuta intorno al l’agonia di un popolo, così come adesso si scoprono i delitti degli Stati Uniti in America latina. Sarà probabilmente troppo tardi. In tutti i casi sarà troppo tardi per me. E perciò io sento la necessità di dare la mia testimonianza adesso su come i governi di Israele hanno inoculato per anni e anni i germi dell’odio nel sangue della Palestina.
Posso farlo ripetendo ciò che vidi in una visita ai campi profughi, nel marzo del 1991. Non è una testimonianza personale: è la traduzione letteraria di una relazione sottoscritta all’unanimità da una delegazione di deputati italiani, da me guidata ( ero allora presidente del Comitato della Camera per i diritti umani), dopo una missione compiuta su invito dell’UNRWA (l’agenzia dell’ONU per i rifugiati). Alla conferenza stampa convocata al nostro ritorno dal presidente della commissione esteri, Flaminio piccoli, non intervenne neppure uno dei cento giornalisti che giravano per Montecitorio, alla ricerca di notizie o anche (e più) di pettegolezzi. Nessun giornale italiano ne pubblicò una sola parola. Raccontare le condizioni di vita dei palestinesi negli orrendi “rifugi” non significa dire che essi hanno tutte le ragioni né che essi soffrono per esclusiva colpa degli israeliani: ma mostra con quale crudeltà gli occupanti hanno, in spregio a ogni convenzione internazionale e a ogni risoluzione dell’ONU, sottoposto per decenni un popolo a una continua inseminazione di odio[…]
Categorie:Libri
Tag:Ettore Masina, L'airone di Orbetello, Palestinesi, Riflessioni, Storia

tesoro sono qui sotto una grandinata paurosa e un terribile nubifragio. Difficile prendere la linea e scrivere. Un bacio enorme Farfallina mia
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Cavolo! Io leggo dopo due giorni. Basta ho deciso di essere più presente qui. Scusami amichetta mia. Come stai? ❤ ❤ ❤
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Via una avanti un’ altra, forse devono operarmi ad un ginocchio consumato dalla danza e già operato..Ho fatto 5 infiltrazioni.. non bastano????
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Sapessi come mi dispiace leggere di questi tuoi problemi. Dal commento sul tuo blog leggevo che andava meglio ed invece…Mi dispiace tanto e ti mando un augurio di buona guarigione con un abbraccio forte forte
Cmq tienimi sempre aggiornata, te ne prego ❤ ❤ ❤
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Ti leggggooooo! 🤗
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Grazie caro di venire a trovarmi . TVB siempre ❤
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Ciao Anna
un vero orrore questo odio che pervade: chi ci rimette è sempre il popolo innocente. Basta guerre, basta egoismo e odio. L’amore è così bello e libero.
Ultimamente non sono molto presente nel blog, almeno non quotidianamente. Il clima del mondo mi intristisce non poco.
Sto ansando in piscina e vedo che la gamba ne ha giovamento, certo non sono la Pellegrini 🤪😉😁🤣🤣🤣🤣, ma dai, gli esercizi sono più leggeri da fare che in palestra, e io sono anche pigra😑😎.
Un abbraccio e grazie! 🥰
Chiara
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Vero, chi ci rimette è sempre il popolo.
Riguardo al blog, tranquilla, io passo a leggerti sempre. Mi fa piacere sapere che la gamba va meglio, quindi forza e coraggio. Non mollare. TVB siempre ❤
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Grazie per averci ricordato Ettore Masina e grazie per questo post che un quarto di secolo fa diceva le stesse cose che diciamo adesso. Ma nessuno si indignava allora, nessuno si indigna adesso…
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Purtroppo l’umanità è totalmente scomparsa. Ne dobbiamo diventarne consapevoli.
Grazie per essere venuto a trovarmi. Ti aspetto ancora amico mio. E dai un bacio a ciascuno dei tuoi nipotini ❤
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