Fare un pasto in consapevolezza è una pratica importante. Spegniamo il televisore, posiamo il giornale e lavoriamo insieme, per cinque o dieci minuti, apparecchiando e sbrigando
le ultime faccende. In questi pochi minuti, possiamo essere molto felici. Quando il cibo è in tavola e tutti sono seduti, guardiamo il cibo nel piatto, in modo da farlo diventare reale. Questo cibo parla del nostro legame con la terra. Ogni boccone contiene la vita del sole e della terra. La misura in cui il cibo ci parla dipende da noi. In un pezzo di pane possiamo vedere e gustare l’intero universo!
Contemplare il nostro cibo per pochi secondi prima di mangiarlo, e mangiarlo con consapevolezza, può procurarci molta felicità. Sedersi con la nostra famiglia e con gli amici a gustare del buon cibo è un’opportunità preziosa, qualcosa che non tutti possono avere. Molte persone nel mondo soffrono la fame. Quando tengo in mano una ciotola di riso o un pezzo di pane, so che sono fortunato e provo compassione per coloro che non hanno nulla da mangiare e sono senza amici o senza famiglia.Durante i pasti, per aiutare la consapevolezza può essere utile mangiare in silenzio di tanto in tanto. Forse il primo pasto silenzioso vi farà sentire un po’ a disagio, ma quando vi sarete abituati, vi accorgerete che i pasti in silenzio procurano molta pace e felicità.
Così come spegniamo il televisore prima di mangiare, possiamo spegnere la conversazione per gustare il cibo e la reciproca compagnia. Non raccomando di mangiare in silenzio tutti i giorni. Conversare può essere un modo splendido di stare insieme in consapevolezza. Ma c’è conversazione e conversazione. Alcuni argomenti possono creare divisioni, per esempio se parliamo dei difetti degli altri. Il cibo preparato con cura non avrà valore, se permettiamo che questi discorsi dominino il pasto. Quando invece parliamo di cose che nutrono la consapevolezza del cibo e del nostro essere insieme, coltiviamo la felicità necessaria per crescere.
Propongo di non discutere, durante il pranzo, di argomenti che rovinano la consapevolezza della famiglia e del cibo. Sentitevi liberi, invece, di dire cose che nutrono la consapevolezza e la felicità. Se, per esempio, c’è in tavola un piatto che vi piace molto, guardate se anche gli altri lo stanno gustando e, se c’è qualcuno che non lo fa, aiutatelo ad apprezzare quel meraviglioso piatto preparato con garbo. Se c’è chi pensa a qualcos’altro invece che al cibo in tavola, ad esempio alle sue difficoltà in ufficio o con gli amici, significa che sta perdendo il momento presente e il cibo. Potreste dire: “Questo piatto è ottimo, non credi?”. Dicendo qualcosa di simile, lo distoglierete da pensieri e preoccupazioni e lo riporterete al qui e ora, per godere di voi, per godere del piatto così buono.
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