Il mio blog notes

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Il bacio di Hayez

Il bacio di Francesco Hayez
Quando, nel settembre del 1859, questo dipinto fu presentato per la prima volta al pubblico nell’esposizione di Brera, erano trascorsi appena tre mesi dal trionfale ingresso a Milano di Vittorio Emanuele II e dell’alleato francese Napoleone III. All’importante mostra, evento inaugurale della stagione artistica milanese al ritorno dalle villeggiature, erano presenti molte opere a carattere propagandistico o commemorativo del Risorgimento, ma la tela presentata da Hayez conquistò subito l’apprezzamento del pubblico e della critica. La scena esprime una carica erotica da giustificare il commento del letterato e critico Giuseppe Rovani, il quale esclamò, alludendo anche al fatto che l’autore aveva all’epoca già quasi settant’anni: “Costui può far figli a novant’anni”.
Il modo in cui l’atto del baciare è rappresentato, appare conturbante e suscitò notevole scalpore fin dalla prima apparizione del quadro: i volti dei due amanti sono parzialmente nascosti, così che tutta l’attenzione si concentra sulle labbra, le mani del giovane uomo stringono, volgendolo a sé e teneramente accostandolo, il volto di lei, quasi a vincere con gentilezza un residuo di pudore muliebre.
Ulteriori elementi contribuiscono a rendere ancor più tormentato il travolgente gesto d’amore: l’uomo, che indossa il mantello e il cappello, appare congedarsi dall’amata, il piede appoggiato sullo scalino e l’ombra di un estraneo, sul fondo oltre la porta, accrescono il sentimento di transitorietà di questo istante di passione. Quanto descritto finora introduce l’ulteriore motivo di apprezzamento dell’opera, della quale si intese da subito la duplice lettura sentimentale e politica nonostante il titolo con cui fu presentata: Il Bacio. Episodio della giovinezza. Costumi del secolo XIV. Il significato patriottico del quadro è confermato dalla versione che ne fu inviata nel 1867 all’Esposizione universale di Parigi e nella quale appaiono più evidenti i colori che alludevano alla vittoriosa alleanza italo-francese: il rosso della calza braga e il verde del risvolto del mantello del giovane uomo, il bianco della camicia che sbuffa dall’abito azzurro della donna.
La doppia interpretazione del dipinto di Hayez ne ha costituito e consolidato nel tempo la fortuna; già nel 1862 un’immagine litografica del Bacio di Hayez appare in due dipinti a soggetto risorgimentale: Una triste novella di Giuseppe Reina e Triste presentimento di Gerolamo Induno.
Nel 1872 lo scrittore Francesco dall’Ongaro definisce la tela di Hayez il Bacio del volontario e si augura che quell’atto scaturisca “una generazione robusta, sincera, che pigli la vita com’ella viene e la fecondi con l’amore del bello e del vero”.in tempi più recenti il dipinto di Hayez ispirò la nota scatola blu dei “Baci Perugina” e nel 1954 il regista Luchino Visconti lo prese a modello per la scena d’amore fra la nobildonna veneziana Livia Serpieri e l’ufficiale austriaco Franz Malher, nel film Senso. La citazione di Visconti, nell’ambito di una vicenda di ambientazione risorgimentale non certo apologetica, riconduce l’attenzione al senso di inquietudine che aleggia nel dipinto e alla mai univoca interpretazione che nel tempo ne è stata data.
Gianluca Formichi-L’Italia unita-Giunti

 

Categorie:Libri

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4 risposte

  1. Splendida descrizione di uno splendido quadro! Ciao Anna buon pomeriggio 😘

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  2. uno splendido quadro. Ciao

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Grazie di cuore per il commento e per la visita ◕‿◕

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