Anche se non ancora a metà, il ventunesimo secolo era già candidato a diventare il secolo più merdoso della storia. Nessuno ricordava come era cominciato il declino. Qualcosa, all’improvviso, s’era rotto. Ognuno aveva continuato a fare quello che aveva sempre fatto, ma a un certo punto non era più bastato.
Avevano lottato con coraggio; poi avevano ceduto ad una disperazione composta; infine era calata una tristezza immanente, irrimediabile. Per millenni avevano aspettato con terrore la fine del mondo, ora era come se la fine fosse già avvenuta, di nascosto, e non ci fosse più nulla da aspettare. Tiravano avanti per inerzia, per abitudine stanchezza con facce spente, postcoitali.
Tutti quelli che conosceva si rovinavano con le scommesse sportive ed avevano preso a bere con un accanimento ottocentesco. In un dispiacere sistematico, tutti si erano in attivisti al limite della rassegnazione: il suo vicino picchiava la moglie, una tipa del quartiere contiguo aveva ammazzato il marito. I processi venivano trasmessi in diretta. Si tele-votava la sentenza da casa. Da quando, in quasi tutto il pianeta, era sta inserita la pena di morte, la gente ci aveva preso gusto. E il futuro roseo, sbandierato nella seconda metà del novecento, si era manifestato con le sembianze di un tragico aborto. Del passato nessuno parlava. Faceva male. Restava solo quel presente grigio e maleodorante, una carcassa d’auto mezza bruciata e ancora fumante lasciata ai bordi di un’autostrada[…]
Lui, però, continuava a crederci. Il mondo andava male per una singolare sequenza di incomprensioni. Era convinto che la crisi fosse nata perché qualcuno l’aveva ipotizzata: da lì erano nati gli equivoci. Se solo la gente avesse ripreso credere, a spendere… Lo ripeteva senza stancarsi mai, ai suoi clienti. La ripresa è vicina. Torneremo ad essere ricchi. È questione di mesi. Nel frattempo aveva venduto tutti i titoli, e i suoi conti – uno per le tasse, uno per le esigenze quotidiane – si erano prosciugati nel giro di poco. Eleonore risparmiava su tutto. E non si intristiva in quella specie di povertà. I bambini intuivano, senza capire davvero.
Con il tempo, però, era tutto passato. Problemi affrontabili, tutto sommato. L’amore li salvava.
Avevano lottato con coraggio; poi avevano ceduto ad una disperazione composta; infine era calata una tristezza immanente, irrimediabile. Per millenni avevano aspettato con terrore la fine del mondo, ora era come se la fine fosse già avvenuta, di nascosto, e non ci fosse più nulla da aspettare. Tiravano avanti per inerzia, per abitudine stanchezza con facce spente, postcoitali.
Tutti quelli che conosceva si rovinavano con le scommesse sportive ed avevano preso a bere con un accanimento ottocentesco. In un dispiacere sistematico, tutti si erano in attivisti al limite della rassegnazione: il suo vicino picchiava la moglie, una tipa del quartiere contiguo aveva ammazzato il marito. I processi venivano trasmessi in diretta. Si tele-votava la sentenza da casa. Da quando, in quasi tutto il pianeta, era sta inserita la pena di morte, la gente ci aveva preso gusto. E il futuro roseo, sbandierato nella seconda metà del novecento, si era manifestato con le sembianze di un tragico aborto. Del passato nessuno parlava. Faceva male. Restava solo quel presente grigio e maleodorante, una carcassa d’auto mezza bruciata e ancora fumante lasciata ai bordi di un’autostrada[…]
Lui, però, continuava a crederci. Il mondo andava male per una singolare sequenza di incomprensioni. Era convinto che la crisi fosse nata perché qualcuno l’aveva ipotizzata: da lì erano nati gli equivoci. Se solo la gente avesse ripreso credere, a spendere… Lo ripeteva senza stancarsi mai, ai suoi clienti. La ripresa è vicina. Torneremo ad essere ricchi. È questione di mesi. Nel frattempo aveva venduto tutti i titoli, e i suoi conti – uno per le tasse, uno per le esigenze quotidiane – si erano prosciugati nel giro di poco. Eleonore risparmiava su tutto. E non si intristiva in quella specie di povertà. I bambini intuivano, senza capire davvero.
Con il tempo, però, era tutto passato. Problemi affrontabili, tutto sommato. L’amore li salvava.
Ho notato che non viene mai citato il nome del protagonista del romanzo e che i capitoli dello stesso sembrano dei racconti a sé stanti, e comunque insieme fanno il contenuto del romanzo.
§ – Dico: un romanzo da leggere senza ombra di dubbio.
Il blog dell’autore lo trovate QUI
Categorie:Libri
Tag:Libro, Paolo Zardi, XXI secolo
Indubbiamente di attualità molto interessante come sempre mia cara Farfallina mia.
Ti stringo forte
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Abbraccio siempre tutto per te, amica mia ❤
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