Sulla quarta di copertina leggo: “per un puro accidente, la regina d’Inghilterra ha scoperto quegli oggetti strani che sono i libri, non può più farne a meno e cerca di trasmettere il virus della lettura a chiunque incontri sul suo cammino. Con quali ripercussioni sul suo entourage, sui suoi sudditi, sui servizi di sicurezza e soprattutto sui lettori lo scoprirà solo chi arriverà all’ultima pagina, anzi all’ultima riga. Perché oltre alle irrefrenabili risate, questa storia ci regala un sopraffino colpo di scena – uno di quei lampi di genio che ci fanno capire come mai Alan Bennett sia considerato un grande maestro del comico e del teatro contemporaneo.”
Dopo questa descrizione del libro così invogliante, potevo non leggerlo? Sinceramente mi ha un po’ stupita apprendere che la regina abbia iniziato a leggere in tarda età e spero vivamente che sia solo una trovata umoristica dell’autore. Come trovo il finale a dir poco fantasioso.
Quello che mi ha colpito di più sono le riflessioni che l’autore del libro mette praticamente “in bocca” alla protagonista.
[…] Capisco, disse lui, sua maestà deve passare il tempo. Passare il tempo? esclamò la regina, i libri non sono un passatempo. Parlano di altre vite. Di altri mondi. Altro che far passare il tempo, Sir Kevin, non so che darei per averne di più. […]
[…] Al buio, la regina riflette’ che una volta morta sarebbe esistita solo nei ricordi della gente. Lei, che non era mai stata al di sotto di nessuno, sarebbe diventata pari a chiunque altro. Leggere non avrebbe cambiato le cose… Scrivere magari sì. Dovendo rispondere alla domanda se la lettura le avesse arricchito la vita, avrebbe risposto di sì, salvo aggiungere con altrettanta certezza che l’aveva anche vuotata di qualsiasi scopo. In passato era stata una donna risoluta che conosceva i suoi doveri e intendeva compiersi fin quando possibile. Adesso si sentiva troppo spesso scissa in due. Leggere non era agire, quello era il problema. Riaccese la luce, il prese il taccuino e annoto’: “Non si mette la vita nei libri. La si trova.”
[…] Scoprì tuttavia che, quando scriveva qualcosa, anche se era solo un appunto, non era felice come lo era stata leggendo. Ancora una volta si rese conto che leggere non le bastava più. Un lettore non è molto diverso da uno spettatore, mentre scrivere per lei era agire, e agire era il suo dovere.
Riflessioni che potremmo fare ciascuno di noi.
Anche io… Perché non potrei agire anche io? 😂
Un libro da leggere se si vuole passare un pomeriggio rilassante.
Giudizio: positivo ✮✮✮
Categorie:Libri
Tag:Alan Bennett, La sovrana lettrice, Recensione
regina al giorno d’oggi in Inghilterra: questo a me pare davvero un soggetto fantasioso per un romanzo o fiaba.
buon giorno
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Credo anche io che sia una farsa sotto forma di libro però è divertente leggerlo. Buongiorno per domani 😀
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