Càpita nella pausa-vita imposta dalla malattia che si ripensi il proprio vissuto nelle temperie suggerita dalla stessa pausa. Càpita così che nell’affresco, certi tratti bui vengano schiariti, momenti di luce impallidiscano, qualche tessera del puzzle che non voleva saperne di andare a posto si trovi perfettamente incasellata nell’insieme.
Forse è per questo che i testi religiosi parlano della sacralità del dolore. Il male come anticamera del pentimento e pedaggio per la trasferta. A me non pare così, e non piace. Mi presuppone un Dio iroso, e vendicativo o almeno un Dio burocrate e ragioniere che mi costringe a stilare il modulo 740 della tassa per l’eternità.
Càpita – Gina Lagorio
Categorie:Libri
Tag:Capita, Gina Lagorio, Libro
simpaticamente divertente. mi pareva di aver già letto in passato e anche commentato. buon giorno
"Mi piace""Mi piace"
Sì, sto portando alcuni libri che ho letto dal vecchio blog a questo. Ho deciso di trasferirmi definitivamente su WP. Abbraccio siempre 😀
"Mi piace""Mi piace"